La pioggia e il freddo non hanno fermato le centinaia di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, che, come avevano promesso, si sono fatti sentire con un presidio sotto la sede della Regione Piemonte in Piazza Castello a Torino. Con mascherine e rispettando il distanziamento, le maestranze dello spettacolo sono scese in piazza con i propri attrezzi del mestiere, bauli, leggii e maschere per poi creare con essi un muro simbolico sotto l’edificio della Regione. La manifestazione, organizzata circa un mese fa e rimandata a causa del lockdown, si inserisce all’interno di un percorso di lotta intrapreso fin da maggio.
L’insieme degli oggetti da lavoro è proprio il manifesto del “tentativo di abbattimento del muro di incomunicabilità che da anni è stato eretto nel nostro Paese tra le istituzioni e il settore della cultura”. In tal senso, il movimento siederà la prossima settimana a un tavolo con gli assessorati alla Cultura e al Lavoro per discutere del futuro del comparto e prossimamente parteciperà al “Tavolo permanente dello spettacolo” indetto dal ministro Dario Franceschini, portando avanti una proposta di totale riforma normativa del settore. I lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo sostengono con forza “la necessità di risolvere l’emergenza attuale attraverso la pubblicazione del bonus per lavoratori dello spettacolo intermittenti, subordinati e parasubordinati fino a oggi dimenticati dall’amministrazione regionale”, ma anche l’esigenza di lavorare per organizzare la ripartenza e costruire un futuro più solido ed equo. Così rassicurano che questa non sarà l’ultima manifestazione e che le loro parole di rivendicazione sono ancora tante.
Molte tappe sono state segnate, alcuni traguardi sono stati raggiunti, ma la strada da percorrere è ancora lunga e adesso più che mai le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, uniti e determinati, non hanno intenzione di arrestarsi fino a quando non riusciranno a uscire dalla condizione di invisibilità in cui sono sempre stati relegati.