Il 13 novembre è stato presentato il progetto Scena Unita per i lavoratori della musica e dello spettacolo, attivato da La Musica che Gira, coordinamento composto da lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo (aveva aperto un dialogo con le istituzioni già durante il primo lockdown per stimolare il supporto al settore e una riforma definitiva da tempo necessaria), da Music Innovation Lab, impresa sociale italiana con un focus sulla musica (sviluppa programmi di formazione professionale, incoraggia opportunità di networking a livello internazionale e promuove progetti innovativi nell’ambito della produzione, del consumo e della distribuzione musicale) e da artisti della musica e dello spettacolo, in collaborazione con CESVI, organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente fondata a Bergamo nel 1985.
L’arte, la musica e lo spettacolo rappresentano uno dei campi maggiormente colpiti dallo scoppio della pandemia di Covid-19. I teatri ed i cinema sono stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire durante il primo lockdown, mentre di musica dal vivo si è parlato e si continua a parlare molto poco. D’altronde si tratta di uno dei settori più emarginati in Italia: i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo non sono stati oggetto di preoccupazione da parte delle istituzioni. Ma questo avveniva anche prima della diffusione del virus. È una condizione che il settore conosce ormai da circa un decennio. Non è un caso che si sia mobilitato un movimento nazionale non solo per un sostegno immediato ai lavoratori dello spettacolo, ma anche per una totale riforma del comparto normativo che guardi al futuro.
Ma una risposta immediata e concreta non è arrivata dalle istituzioni. L’obiettivo del progetto Scena Unita, infatti, è quello di creare un fondo, accessibile tramite bando, per aiutare artisti e lavoratori dello spettacolo in difficoltà e, allo stesso tempo, promuovere iniziative e progetti finalizzati alla ripartenza del settore. Il fondo sarà costituito grazie alle donazioni degli stessi artisti, che si sono fatti portatori dell’idea, degli enti privati, del tessuto industriale e d’impresa, ma anche del pubblico e di chiunque voglia e possa aiutare, attraverso la piattaforma di crowdfunding ForFunding.it.
Hanno già aderito all’iniziativa partner quali Vertigo, Warner Music, Universal Music Italia, Bomba Dischi, Amazon Prime Video, Intesa Sanpaolo, e non solo. Tra gli artisti nomi come Achille Lauro, Fedez, Chiara Ferragni, Gianni Morandi, Manuel Agnelli, Gianna Nannini, Brunori Sas, Calcutta, Caparezza, Carlo Verdone, Claudio Baglioni, Ghali, Gigi D’Alessio, Giorgio Poi, Guglielmo Scilla, Levante, Lo stato sociale, Mahmood, Mannarino, Myss Keta, Niccolò Fabi e tantissimi altri.
Il mondo della musica e dello spettacolo è da sempre fatto di condivisione e di relazioni, che, in alcuni casi, non è esagerato definire familiari. In tal senso, come dichiara Dino Lupelli di Music Innovation Hub, “bisogna sviluppare un approccio collaborativo ed unitario nel segno della responsabilità sociale e dell’innovazione”. È necessario reagire al presente, ma anche ragionare sul futuro, sulle debolezze del settore che lo hanno portato ad una tale crisi di fronte all’emergenza pandemica e su eventuali interventi, soluzioni e riforme.
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