La situazione attuale per il settore audiovisivo è “drammatica”. La pandemia “ha avuto conseguenze enormi su tutto l’apparato sociale e lavorativo di questo comparto. E’ vitale che si abbiano nelle prossime settimane da governo e parlamento risposte efficaci”. Lo ha detto Francesco Rutelli, presidente dell’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali (Anica) nell’audizione della Commissione Industria, commercio, turismo – Ufficio di presidenza del Senato, nell’ambito delle iniziative di sostegno ai comparti dell’industria, del commercio e del turismo nella congiuntura economica conseguente all’emergenza da COVID-19. Il presidente dell’Anica ha sottolineato il dialogo costante con le istituzioni e l’unità con cui il settore sta affrontando la crisi: un esempio è “il protocollo per la ripresa del lavoro sui set, per cui si è registrata l’unanimità, dagli autori, agli attori, dai tecnici ai datori di lavoro con modalità di grande accortezza e prudenza tutte volte al riavvio delle lavorazioni. La filiera, è unita, responsabile e produttiva”. Si è ottenuto che venisse garantita la sicurezza anche con screening continui sulle troupe. Il grande tema aperto “è che ci sia anche in Italia un regime di garanzia assicurativa per lo svolgimento delle produzioni, come sta avvenendo in tutto il mondo”. Dobbiamo “stare molto attenti che non vengano portate vie le produzioni dall’Italia perché non siamo in grado di dare a chi produce questo tipo di garanzie”. Di questo si sta già parlando con il Mibact “ma saremmo grati se da questa Commissione, dal Senato, dal Parlamento arrivasse nei confronti del governo una sollecitazione per chiudere nelle prossime ore, una modalità di garanzia controassicurativa a tutela di tutto il comparto e dello svolgimento di queste attività. Stanno ripartendo in tutto il mondo e se non ripartono in Italia il danno potrebbe essere esiziale”. Altro nodo è la riapertura delle sale: “Avverrà in maniera molto graduale”, ma “ci sarà una stagione estiva importante all’aperto, nelle arene, per riavvicinare il pubblico al prodotto cinematografico”. Dal punto di vista industriale “il punto cruciale è la dimensione delle nostre aziende che sono medio-piccole. C’è il rischio siano bersaglio appetibile per gruppi internazionali, che ne apprezzano le capacità e le abilità. Potrebbero pensare di incorporarle, con grande facilità e portarne all’estero la direzione economica e strategica. Dobbiamo tutelare il nostro ecosistema produttivo”. Rispetto al Recovery Fund, l’Anica auspica “che il governo “prenoti un ruolo per l’audiovisivo sulle nuove risorse in ambito europeo, anche in quanto industria e gettito fiscale Siccome sappiamo che la cultura è stata identificata al livello europeo come uno dei settori più colpiti, ci aspettiamo dal governo e dal Parlamento che voi consideriate questo comparto come uno dei più importanti per la ripartenza”. La ripresa del Paese “ha bisogno di reputazione, di una narrazione di un’Italia che non si piega, di difendere le nostre qualità e promuoverle nel mondo. Le nostre industrie con i loro creativi sono al servizio del nostro Paese per far sì che questo messaggio di resilienza possa ripartire al meglio”. (ANSA)